Dimora del Prete di Belmonte

Le camere da letto sono situate tutte al secondo piano percorrendo una splendida scala di marmo bianco di Carrara. Tutte le camere hanno una bellissima vista: affacciano sulla valle del Volturno e sui monti circostanti. Si possono ammirare, il Parco Regionale degli Ulivi e l’antica Torre di guardia medievale; il monte Santa Croce, detto anche Monte Cerino, il cui nome deriva probabilmente da Hercule Curinus, il cui culto era importante tra i Sanniti e sulla cui vetta oggi si erge una Croce altissima visibile anche nelle ore notturne; l’incantevole Piazza di Cristo e la sua Chiesa del 1546; e, tutto intorno, gli antichi tetti del paese.
Le camere sono tutte arredate con mobili d’epoca, una di queste con letto a baldacchino e camino. I bagni interni hanno tutti i comfort, asciugacapelli e servizi cortesia. Wi-Fi gratuito. Per maggiore relax e per meglio ricreare l’atmosfera del passato, alcune camere sono prive di Tv. Una delle camere si trova al terzo livello e vi si accede da una scala di legno. E’ una mansarda con camera matrimoniale, bagno e salottino dove è possibile aggiungere due posti letto. Straordinaria la vista che offre il terrazzo privato.

La città di Venafro ha origini antichissime. Il suo territorio, abitato sin dalla preistoria, si trova nella fertile valle del fiume Volturno, incorniciata dai monti del Matese e delle Mainarde. Abitata prima dai Sanniti, antica popolazione italica, è stata poi una città dei Romani, che utilizzavano le acque dalla sorgente del fiume Volturno tramite un acquedotto lungo 30 km di cui si conservano ancora molti tratti. Nel periodo romano fu costruito l’Anfiteatro, chiamato comunemente “Verlasce”, che poteva accogliere 15.000 spettatori. Nello stesso periodo, alle pendici della montagna, fu costruito il Teatro, sfruttando la naturale pendenza del terreno. Iniziò allora, la coltivazione di una particolare varietà di olivo: l’Aurino, dal quale, ancora oggi, deriva un olio dal profumo delicato. Di questo olio hanno scritto Orazio, Plinio il Vecchio e Giovenale, esaltandone le qualità. Dopo il periodo feudale, nel 1437, Venafro fu assegnata da Alfonso d’Aragona ad Enrico Pandone, che ampliò il Castello longobardo costruito su una fortificazione megalitica. Gli otto cavalli dipinti in grandezza naturale in affresco e a rilievo, testimonianti ancora oggi la passione di Enrico, si possono ammirare al piano nobile. Il piano superiore è sede del Museo Nazionale del Molise. Fra i tanti antichi conventi quello di Santa Chiara ospita il Museo Archeologico, nel quale sono esposti, fra l’altro, gli scacchi più antichi d’Europa. Nelle strade del centro storico, che conservano lo stesso tracciato delle città romana e medioevale, sono stati costruiti nei secoli XVIII e XIX palazzi che hanno inglobato gli edifici precedenti. La Cattedrale romanica, la Chiesa seicentesca dell’Annunziata e la Chiesa di San Francesco sono le più pregevoli fra la 40 chiese che furono costruite nella città. Passeggiando fra gli ulivi secolari del parco regionale si ammirano le mura megalitiche e si arriva alla Torre romana che domina la valle. L’Oasi “Le Mortine”, bosco idrofilo, ha un grande interesse naturalistico.